Porto di Mare (Parco Agricolo Sud Milano)

Indagine faunistica ed indicazioni gestionali


Gruppo di lavoro: Oreste Sacchi, Ugo Ziliani, Nicola Gilio, Nicola Pilon, Stafano Aguzzi, Salvo Restivo, Dalila Giacobbe.

L’area di Porto di Mare, inserita tra il margine città e campagna in un territorio urbanizzato con importanti cesure, in particolare sul perimetro orientale, e con una storia che l’ha vista adibita a discarica per rifiuti solidi urbani (1973-1981), insiste completamente nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano e conserva importanti elementi paesaggistici e peculiarità faunistiche di elevato valore naturalistico riconosciute e tutelate a livello regionale e nazionale. L’elemento naturale caratterizza fortemente l’area portando a ritenere il processo di riqualificazione di Porto di Mare, che ha come obiettivo generale il recupero e valorizzazione dell’area degradata, come una serie di azioni volte alla conservazione e al miglioramento di quegli elementi naturali che permettono di mantenere un elevato grado di naturalità e conseguentemente importanti tratti paesaggistici all’interno della città.

Vengono di seguito sunteggiate le informazioni faunistiche raccolte da febbraio a dicembre 2018, finalizzate alla definizione della composizione della comunità di alcuni gruppi di invertebrati e di alcune classi di vertebrati (anfibi, rettili, uccelli e mammiferi) presenti a Porto di Mare.

Metodi

Invertebrati. Il monitoraggio dei Coleotteri carabidi è avvenuto tramite l’utilizzo di pitfall traps, installate in 4 stazioni differenti atte a definire i popolamenti dei vari ambienti presenti, quali aree prative, aree ecotonali e zone umide. In ciascuna stazione sono state effettuate3 sessioni (maggio, luglio e settembre) di circa 2 settimane ciascuna con da 3 a 5 pitfall traps aventi diametro 5,5 cm, profondità 7 cm e contenenti una soluzione satura di aceto e sale come adescante. Per quanto riguarda gli altri taxa indagati, il monitoraggio è stato condotto utilizzando la tecnica dei transetti lineari, percorsi nelle ore centrali della giornata e in assenza di precipitazioni o vento. Questo metodo standardizzato è ormai accettato ed utilizzato anche per invertebrati molto mobili, come appunto Odonati e Lepidotteri diurni (Ketelaar & Plate, 2001;Pollard & Yates, 1993). Presso gli specchi d’acqua, a causa dell’impossibilità di percorrere transetti per il monitoraggio degli Odonati, sono stati effettuati punti di osservazione della durata di 10 minuti ciascuno.

Anfibi e Rettili. Nel corso dell’anno 2018 sono state visitate, nel periodo marzo-aprile, tutte le raccolte d’acqua occasionali e non; le metodologie adottate sono state differenti a seconda della fenologia e dell’ecologia delle specie che compongono la comunità: per gli anuri (rane e rospi) i metodi utilizzati per accertare la presenza è stata quella di rilevarne il canto in primavera in prossimità dei siti acquatici, (al crepuscolo o in notturna per il rospo smeraldino e raganella) e attraverso l’osservazione di ovature o dei girini o degli adulti presso i siti riproduttivi. Per gli anfibi caudata (tritoni) il rilevamento è stato effettuato impiegando guadini a rete fine passati tra la vegetazione acquatica.

Avifauna. Il metodo di censimento adottato è quello dei transetti, che permette di ottenere una valutazione quali-quantitativa della costituzione della comunità ornitica. Il monitoraggio è stato condotto tra il 15 aprile ed il 31 luglio compatibilmente con l’inizio della stagione riproduttiva. I rilevamenti hanno preso avvio poco dopo l’alba e sono terminati entro le ore 11.00. Ogni osservazione è stata annotata su apposita scheda di rilevamento riportante la data, il numero progressivo identificativo dell’osservazione, l’ora di osservazione, la specie, il numero di individui; la posizione dell’osservazione è stata inoltre registrata mediante dispositivo GPS per la successiva archiviazione in ambiente GIS. Nell’area di studio sono presenti diverse aree umide (laghi e zone umide minori) per le quali sono state previste delle sessioni di monitoraggio dedicate all’identificazione dell’avifauna acquatica. La metodologia impiegata è stata quella del Visual count effettuando una serie ripetuta di osservazioni dirette, condotte con l’ausilio di binocolo 10×40, da più punti  di osservazione scelti in maniera tale da garantire un’ampia visuale sull’intera zona umida (Voríšek et al.,2008). I censimenti sono stati condotti tra il 1° febbraio 2018 ed il 31 gennaio 2019 allo scopo di valutare la composizione e la consistenza della comunità nidificante e svernante di uccelli acquatici.

Micromammiferi. Per definire la comunità di micromammiferi dell’area di studio, è stata adottata una tecnica per il monitoraggio dei mammiferi arboricoli ma efficace anche per i micromammiferi terricoli (Sacchi et al. 2017) che consiste nell’impiego di trappole per peli (hair-tube) nelle quali rimangono attaccati alcuni peli dell’animale su cui poi effettuare analisi al microscopio necessarie all’identificazione della specie. Il metodo adottato consiste nell’attrarre gli animali dentro tubi di plastica, di differente diametro (30 mm, 40 mm e 60 mm) e aperti sui due lati, collocati sugli alberi, o alla loro base, e contenenti un’esca. All’interno dei tubi viene posizionato un listello di legno su cui è fissato un nastro biadesivo. Quando l’animale entra nel tubo, sfrega contro il nastro adesivo lasciando attaccati dei peli che possono essere prelevati per le successive analisi al microscopio. I 40 hair-tubes utilizzati sono stati distribuiti lungo le fasce arborate e i boschetti presenti nel Parco; 20 fissati sui tronchi degli alberi o su rami orizzontali ad un’altezza variabile da 1,5 a 4 metri e 20 alla base degli stessi alberi.

Chirotteri. Nel corso dell’anno 2018 sono stati condotti rilevamenti notturni basati su tecniche bioacustiche; i rilevamenti sono stati condotti esclusivamente in condizioni meteorologiche favorevoli (temperatura superiore ai 15 °C, assenza di precipitazioni e di forte vento) e sono stati prevalentemente realizzati all’interno dell’intervallo orario compreso fra il crepuscolo e le ore 24.00, fase in cui l’attività dei chirotteri è particolarmente intensa. Per i rilevamenti bioacustici è stato impiegato un bat detector Pettersson Elektronik D240X (frequenza di campionamento di 44,1 kHz), salvando le registrazioni su scheda di memoria mediante un registratore digitale ad alta qualità. I segnali sono stati rilevati da punti fissi di ascolto e lungo transetti:

  • Presso i punti di ascolto le sessioni di monitoraggio/registrazione, della durata di 10 minuti (Wickramasinghe et al, 2003) sono state annotate su apposita scheda di rilevamento riportante la data, il numero identificativo del sito di monitoraggio, l’ora di inizio e di conclusione della sessione, il numero progressivo di contatti registrati;
  • Lungo il transetto il rilievo bioacustico è stato condotto registrando il percorso effettuato mediante un dispositivo di posizionamento satellitare (Garmin GPSmap 60CSx) e salvando ciascuna posizione presso la quale è stata rilevata la presenza di chirotteri in attività.

Mammiferi di medie dimensioni. Nel corso dell’anno 2018 sono state eseguite 4 uscite per il monitoraggio dei Lagomorfi (lepri, conigli e silvilago o minilepre); questi censimenti sono stati effettuati da autovettura, percorrendo durante le ore notturne (dalle 19.00 alle 23.00) a velocità costante (massimo 5 km/h), un itinerario prestabilito ed illuminando i lati del percorso mediante proiettore alogeno 100 Watt. Per ogni uscita viene riportato il percorso effettuato e stimata la profondità della fascia di esplorazione. Questo metodo è molto utilizzato soprattutto in aree di pianura coltivate, dove è possibile illuminare una percentuale di territorio sufficientemente rappresentativa (intorno al 10%) dell’intera zona da monitorare (Meriggi 1989). Per i lagomorfi, il metodo fornisce stime di densità, in quanto si può assumere che gli animali siano tutti nelle aree aperte, e perciò illuminabili, durante l’attività di alimentazione notturna, uscendo infatti dai cespugliati e dai boschetti in cui si rifugiano durante il giorno; per i carnivori, invece, il metodo fornisce solo indici relativi d’abbondanza, in quanto le specie appartenenti a questi gruppi frequentano, durante l’attività notturna, anche gli ambienti chiusi (Meriggi 1989).

Risultati

Invertebrati. Complessivamente sono state censite 14 specie di Odonati, 27 di coleotteri Carabidi e 18 di Lepidotteri Ropaloceri. Tra queste nessuna risulta inserita negli Allegati II o IV della Direttiva Habitat (92/43/CEE), nelle categorie di minaccia di alcuna lista rossa, sia essa nazionale o internazionale o nella Legge Regionale sulla Piccola Fauna (L.R. 10/2008). Tra le 14 specie di Odonati censite, solo 3 appartengono al Sottordine degli Zigotteri (Ischnura elegans, I.pumilio e Lestes sponsa). Le specie più diffuse e abbondanti sono risultate Crocothemis erythraea, Orthetrum albistylum e Sympetrum fonscolombii. Molto abbondante, seppur concentrata nell’area umida a ridosso dell’accumulo di macerie è anche I.pumilio, specie pioniera di cui sono stati osservati circa un centinaio di esemplari. Il popolamento di coleotteri Carabidi appare nel complesso piuttosto povero e banale. Sono presenti esclusivamente specie ad ampia corologia, con grandi capacità di dispersione (macrottere), euriecie o igrofile e ruderali. Nella stazione localizzata nel prato da sfalcio si trovano anche specie più termofile e non legate ad ambienti umidi. La stazione col maggior numero di specie è quella caratterizzata da incolto erbaceo. La specie più diffusa è risultata Pseudoophonus rufipes, specie con tendenze ruderali di grosse dimensioni che è stata rilevata in tutti gli ambienti indagati ad eccezione della boscaglia. Molto abbondante è risultato anche Anisodactylus binotatus.

Anfibi e Rettili. Nel corso della primavera 2018 sono state contattate 3 specie di anfibi (Rospo smeraldino Bufo viridis, Raganella italiana Hyla intermedia, Rana esculenta Pelophylax kl. esculentus) e 2 specie di rettili (Lucertola muraiola Podarcis muralis, Natrice dal collare Natrix natrix). All’interno delle zone umide di Porto di Mare non è stata contatta nessuna specie di tritone, anche nei due laghetti che, tra le diverse tipologie di raccolte d’acqua, sono probabilmente i siti più compatibili a questi animali.

Avifauna. Sono state complessivamente contattate 61 specie di uccelli appartenenti a 26 differenti famiglie raggruppate in 13 ordini (a queste si aggiunge il Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri, Famiglia Psittaculidi) specie aufuga e naturalizzata. Tra le specie contattate, numerose sono quelle considerate importanti sul piano conservazionistico come posto in risalto dall’inclusione negli Allegati della Direttiva 79/403/CEE e dall’assegnazione delle categorie SPEC. In particolare 4 sono incluse in Allegato I della Direttiva Uccelli (Cavaliere d’Italia, Combattente, Nitticora, Picchio rosso maggiore), 5 classificate SPEC 2 (Combattente, Pavoncella, Picchio verde, Picchio rosso maggiore, Fanello) e 13 come SPEC 3 (Marzaiola, Gheppio, Quaglia, Beccaccia, Beccaccino, Frullino, Piovanello pancianera, Piro piro piccolo, Rondine comune, Balestruccio, Pigliamosche, Storno, Zigolo muciatto).

Micromammiferi. Sul totale dei 40 hair tubes posizionati, il 35,9 % è stato frequentato dai micromammiferi; in particolare il 25,0 % quelli posizionati in alto e il 47,4 % quelli a terra. Le specie segnalate sono risultate essere Ratto nero (Rattus rattus), Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), Moscardino (Muscardinus avellanarius), Ghiro (Glis glis) e Toporagno comune (Sorex araneus). Si registra una dominanza del ghiro (0,13) e del toporagno comune (0,10) rispetto alle altre tre specie che mostrano valori decisamente inferiori: ratto nero (0,05), topo selvatico (0,05) e moscardino (0,03).

Chirotteri. Sono state complessivamente analizzate 39 sequenze riferibili a chirotteri registrate durante 6 ore di attività di campo, ripartite nelle 2 sessioni di monitoraggio. Entrambi i punti di monitoraggio presso i laghi e la zona umida principale hanno fatto registrare la presenza di chirotteri, ed in particolare i laghi sono risultati essere la località presso la quale è stato possibile registrare le attività più elevate. Per 32 sequenze, pari a circa il 82.1% del totale delle registrazioni, è stata possibile la classificazione a livello specifico con un livello di probabilità di attribuzione corretta ritenuto soddisfacente (≥80%). Nel complesso è stata accertata la presenza e l’attività di caccia di 3 specie: Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), Pipistrello di Nathusius (Pipistrellus nathusii) e Serotino comune (Eptesicus serotinus).

Mammiferi di medie dimensioni. In totale, nel territorio di Porto di Mare, sono stati contattati 56 individui delle seguenti specie: Lepre (Lepus europaeus), Coniglio (Oryctolagus cuniculus), Silvilago o Minilepre (Sylvilagus floridanus), Nutria (Myocastor coypus), Riccio comune (Erinaceus europaeus).

Bibliografia

  • Ketelaar R. & Plate C., 2001. Handleiding landeljik meetnet libellen.Dutch Butterfly Conservation, Wagening & Statistics Netherlands, Den Haag, Netherlands.
  • Meriggi A., 1989. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi”.
  • Pollard E. & Yates T.J., 1993.Monitoring butterflies for ecology and conservation. Chapman & Hall, London.
  • Sacchi O., Ziliani U., Giacobbe D. & Restivo S. 2017 – Monitoraggi faunistici a Boscoincittà. Rapporto sullo stato di conservazione della fauna vertebrata presente nel Parco Urbano di Boscoincittà di Milano.
  • Voríšek P., Klvanová A., Wotton S. and Gregory R. D., 2008. A best practice guide for wild bird monitoring schemes.First edition, CSO/RSPB. 2008.
  • Wickramasinghe L.P., Harris S., Jones G.And Vaughan N., 2003. Bat activity and species richness on organic and conventional farms: impact of agricultural intensification. Journal of Applied Ecology 2003. 40: pp.984–993.
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