Rete Ecologica della Provincia di Cuneo

Progetto BIODIV’ CONNECT


Gruppo di lavoro: Giuseppe Bogliani, Fabio Casale, Romina Di Paolo, Massimiliano Ferrarato, Luca Marello, Matteo Massara, Nicola Gilio, Alberto Selvaggi, Davide Vietti.

Il progetto “BIODIV’ CONNECT – “Proteggere le specie e gli ecosistemi attraverso delle connettività ecologiche transalpine dinamiche e innovative” ricade nel Piano Integrato Tematico – PITEM “BIODIV’ALP – Proteggere e valorizzare la biodiversità e gli ecosistemi alpini attraverso una partnership e una rete di connettività ecologiche transfrontaliere”, coordinato da Regione Piemonte e co-finanziato dalla Commissione Europea tramite il programma INTERREG. Il principale obiettivo di BIODIV’ALP è la protezione della biodiversità e degli ecosistemi alpini attraverso la creazione di una partnership transfrontaliera volta ad unire gli sforzi e le strategie utili alla conservazione di habitat e specie con metodologie ed azioni condivise e concrete, anche attraverso un maggior coinvolgimento dei soggetti economici presenti sul territorio. Tra gli obiettivi del progetto BIODIV’CONNECT, nell’ambito dell’azione 4.1 ricade la realizzazione della “Carta della Rete Ecologica della Provincia di Cuneo”, che si prefiggeva in primo luogo di individuare le Aree Prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo, come “aree sorgente” per arrivare poi a definire la Rete Ecologica di tale provincia, connettendo tra di loro le Aree Prioritarie soprattutto tramite l’individuazione di specifici corridoi ecologici. La metodologia utilizzata è stata quella già applicata per individuare le Aree Prioritarie e la Rete Ecologica della provincia di Novara (Bogliani et al., 2017), approvata da Regione Piemonte con D.G.R. n. 8-4704 del 27 Febbraio 2017.

Metodi

La consultazione degli esperti dei diversi gruppi tematici e la composizione dei gruppi. Il metodo expert-based. La metodologia adottata per l’individuazione delle Aree Prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo è nota come expert-based e si èispirata al metodo di conservazione ecoregionale messo a punto negli anni ’90 del secolo scorso da WWF International e The Nature Conservancy (Dinerstein et al., 2000). Tale metodo si basa sulla raccolta di informazioni dirette da parte di naturalisti esperti del territorio oggetto di studio al fine di identificare le aree più importanti per la conservazione della biodiversità, permette al sapere degli esperti di sostituirsi a raccolte di dati standardizzate, formulazioni di modelli o dettagliate consultazioni di banche dati e offre diversi vantaggi (per i quali si rimanda a Arduino et al., 2006; Bogliani et al., 2007, 2017; Pompilio et al., 2018), rispetto ad approcci di ricerca più tradizionali. L’identificazione e l’analisi delle Aree Prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo ha preso avvio dalla mappatura delle Aree Importanti per i tematismi valutati come i più significativi per la provincia di Cuneo dal Gruppo di lavoro del progetto (Miceti, Flora e Vegetazione, Invertebrati, Cenosi acquatiche, Anfibi e Rettili, Uccelli, Mammiferi). L’identificazione delle Aree Importanti ha visto il coinvolgimento diretto di 26 naturalisti esperti partecipanti ai 7 gruppi tematici. Altri 17 esperti hanno fornito contributi al Gruppo tematico “Flora e Vegetazione”, per un totale di 43 esperti complessivamente coinvolti nel percorso di identificazione delle Aree Importanti. Dopo l’individuazione delle Aree Importanti, ogni Gruppo di esperti ha indicato quali aree, definite “peculiari”, fossero ritenute di importanza tale da meritare di essere inserite nel sistema di Aree Prioritarie anche qualora non si sovrapponessero con altri strati. Per maggiori dettagli sulla metodologia di individuazione delle Aree Importanti si rimanda a Arduino et al. (2006), Bogliani et al. (2007, 2017), Pompilio et al. (2018).

Il monitoraggio dei varchi. A partire dalla Carta della connettività ecologica della Regione Piemonte realizzata da ARPA Piemonte è stata effettuata un’analisi in ambiente GIS del territorio della provincia di Cuneo per individuare i varchi ecologici, identificabili come aree circoscritte di connettività residua in un contesto antropizzato e ecologicamente frammentato, ovvero con i principali restringimenti interni agli elementi della rete ecologica (soprattutto i corridoi ecologici) a seguito di processi di urbanizzazione diffusa o alla presenza di infrastrutture viarie (autostrade, strade ad alta percorrenza, ferrovie, idrovie, ecc.) e dove i flussi faunistici si concentrano permettendo la dispersione degli individui e la connessione tra le popolazioni (Battisti, 2004; Bogliani et al., 2009; Regione Piemonte, 2015, 2020). Ciascuno dei 34 varchi identificati da questo processo è stato successivamente oggetto di uno specifico sopralluogo per valutare lo stato dei luoghi e per raccogliere le informazioni necessarie per la sua caratterizzazione ambientale nonché di monitoraggio faunistico (avifauna e teriofauna) al fine di una più dettagliata definizione della valenza naturalistica e del livello di connettività ecologica dei varchi stessi. Tale monitoraggio faunistico è stato condotto in due sessioni: una sessione primaverile (aprile-inizio maggio 2022) e una sessione estivo-autunnale (giugno-settembre 2022). Nello specifico, nell’ambito delle sessioni di monitoraggio sono stati eseguiti:

  • Monitoraggio dell’Avifauna in 34 varchi tramite attività di campo. La metodologia selezionata per i monitoraggi degli Uccelli in corrispondenza dei varchi ecologici è rappresentata dal “punto d’ascolto”, tecnica ampiamente utilizzata a livello internazionale (Bibby et al., 1992). Questa tecnica consente di ottenere informazioni quali-quantitative in tempi piuttosto rapidi per aree anche relativamente estese; per queste ragioni, è stata adottata per caratterizzare le comunità ornitiche delle aree sulle quali insistono i varchi dei corridoi ecologici. Ciascun punto d’ascolto è stato visitato due volte nel corso della stagione riproduttiva 2022. Una prima sessione di censimento, nel mese di aprile, era dedicata alle specie nidificanti precoci; una seconda sessione, nel mese di giugno, era invece prevalentemente dedicata al censimento delle specie che nidificano più tardi, quali i migratori transahariani, che raggiungono i quartieri riproduttivi in periodi variabili per lo più tra aprile e giugno.
  • Monitoraggio della Teriofauna in 34 varchi tramite attività di campo, in 20 dei quali anche con utilizzo di fototrappole. La definizione della composizione della comunità di mammiferi di medie dimensioni che utilizzano i corridoi ecologici e il passaggio di fauna selvatica nei siti prescelti per il monitoraggio è stato verificato mediante due approcci complementari
    • Monitoraggio indiretto passivo dei segni di presenza: consiste nel rilevare il passaggio di mammiferi ricercando le impronte lasciate su idonee superfici naturali (sabbia, fango, ecc.) (Yanes et al., 1995; Mata et al., 2008; Allen, 2011). Questa indagine è stata condotta a partire dai sopralluoghi preliminari presso i varchi, che sono stati condotti per verificare lo stato della connettività ecologica e per appurare l’esistenza dei presupposti necessari allo svolgimento dei successivi rilievi faunistici, ed è stata ripetuta anche nelle successive visite presso i varchi.
    • Monitoraggio indiretto attivo con fototrappola: prevede l’utilizzo di fototrappole, dispositivi che associano una fotocamera digitale ad un sistema dotato di sensore in grado di garantire la ripresa, fotografica o video, al passaggio di un soggetto. Questa tecnica, già collaudata e validata in numerose ricerche scientifiche in campo faunistico (Rappole et al. 1986; Carthew & Slater, 1991; Crooks & Jones, 1998; Clevenger & Waltho, 2005; Rovero et al., 2009, 2010, 2013; O’Connell, 2011), consente di collezionare dati con cui integrare le informazioni ottenute mediante altre metodologie. Per il monitoraggio sono stati utilizzati dispositivi di ripresa di differenti modelli , che grazie alla loro elevata autonomia, sono rimasti operativi per l’intero arco della giornata (24 ore) per un periodo minimo di 7 giorni consecutivi, garantendo un numero minimo di 168 ore ininterrotte di monitoraggio.

Risultati

Le Aree prioritarie per la biodiversità. La procedura di definizione delle Aree prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo ha preso avvio dai risultati del lavoro degli esperti dei gruppi Tematici, che ha permesso di definire cartograficamente le Aree importanti per ciascun tema di competenza, e dagli esiti del lavoro di definizione delle Aree di Valore Ecologico del territorio provinciale messo a punto da ARPA Piemonte. Per arrivare a delimitare il perimetro finale delle Aree prioritarie per la biodiversità, le Aree prioritarie precedentemente definite dalla concomitanza di almeno 2 Aree importanti per i gruppi tematici sono state integrate con le AVE ad esse parzialmente sovrapposte ed adiacenti. Questa operazione ha consentito di ampliare e rafforzare le Aree prioritarie con territori valutati come importanti sia per gli aspetti floristico-vegetazionali che per gli aspetti faunistici.

Integrazione delle Aree prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo definite sulla base della sovrapposizione di almeno 2 strati di poligoni delle Aree importanti, con le Aree di Valore Ecologico parzialmente sovrapposte o adiacenti (base cartografica OpenStreetMap®)

Sulla base delle caratteristiche fisiografiche ed ambientali, sono state nell’insieme individuate 19 Aree prioritarie per la biodiversità geograficamente definite, cui si aggiungono 104 Stepping stones rappresentate da Aree prioritarie minori e Aree peculiari isolate che concorrono alla definizione delle aree complessivamente rilevanti per la biodiversità.

Delimitazioni delle 19 Aree prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo definite sulla base della sovrapposizione di almeno 2 strati di poligoni delle Aree importanti, oltre ai poligoni delle Stepping stones (base cartografica OpenStreetMap®).
Aree prioritarie per la biodiversità della provincia di Cuneo.

La Rete Ecologica della provincia di Cuneo. La Rete Ecologica della provincia di Cuneo è stata individuata a partire dalle Aree prioritarie per la biodiversità e dal sistema delle Aree protette e dei siti Natura 2000, che nel complesso ne rappresentano le aree sorgente, per arrivare a definire un sistema interconnesso di habitat naturali e seminaturali diretto ad assicurare la connessione ecologica delle specie animali e vegetali e a tutelare il territorio dalla frammentazione ecologica e dal consumo di suolo (APAT-INU, 2003; Bogliani et al., 2009). La connessione ecologica tra le aree sorgente (Aree prioritarie per la biodiversità, Aree protette e siti Natura 2000) è stata garantita tramite l’individuazione di Corridoi ecologici, strutture lineari e continue del paesaggio che connettono tra di loro le aree ad alta naturalità e consentono la mobilità delle specie e l’interscambio genetico, fenomeno indispensabile al mantenimento della biodiversità (APAT-INU, 2003; Bogliani et al., 2009). Per individuare le direttrici dei Corridoi ecologici ci si è basati in primo luogo su due elementi fondamentali elaborati da ARPA Piemonte:

  • le Aree di Valore Ecologico (AVE);
  • il modello ecologico FRAGM di connettività ecologica, che basandosi sull’applicazione di algoritmi di cost distance e sull’analisi di parametri legati alla morfologia delle aree studiate, definisce il livello di interconnessione tra le diverse aree naturali “sorgente” presenti (Ferrarato et al., 2004).

Nel complesso è emerso che la maggior parte dei Corridoi ecologici della provincia di Cuneo è legata alla presenza di corsi d’acqua, in particolare dei principali fiumi e torrenti in ambito planiziale e collinare. Sono stati quindi classificati:

  • i “Corridoi principali”, che coincidono con il corso dei principali fiumi e torrenti e che connettono le Aree prioritarie alpine con quelle planiziali e collinari che in parte insistono sui fiumi e torrenti stessi;
  • i “Corridoi secondari”, rappresentati da elementi di connessione che sono stati identificati in prevalenza lungo tratti del reticolo idrografico minore che collegano residuali aree di interesse naturalistico (ad esempio Aree peculiari di dimensioni ridotte ed isolate) e incrementano la connessione tra le Aree prioritarie in contesto planiziale-collinare o l’interconnessione tra i Corridoi principali.
I Corridoi ecologici della provincia di Cuneo.
La Rete Ecologica della provincia di Cuneo (base cartografica OpenStreetMap®).

I varchi della rete e la loro caratterizzazione. Il processo di identificazione dei varchi ecologici ha permesso di individuare, soprattutto nell’ampia pianura cuneese caratterizzata da agricoltura intensiva e ricca di importanti infrastrutture di collegamento, 34 varchi considerati come necessari al mantenimento dell’integrità funzionale della rete ecologica provinciale

Localizzazione dei 34 varchi ecologici individuati all’interno degli elementi della Carta della connettività ecologica provinciale (base cartografica OpenStreetMap®).

A seguito di sopralluoghi sul campo, i varchi ecologici sono stati classificati in base al verificarsi di una delle seguenti condizioni:

  • Varchi da mantenere: situazioni puntuali in cui la connettività faunistica attualmente non risulta compromessa, ma che potrebbe evolvere negativamente a seguito di potenziali processi di trasformazione (espansione aree urbanizzate, non corretta gestione della vegetazione naturale, ecc);
  • Varchi da rafforzare: situazioni nelle quali, pur in presenza di una connettività faunistica non compromessa o solo in parte compromessa, questa potrebbe essere migliorata e integrata attraverso interventi di consolidamento (rafforzamento della fascia di vegetazione ripariale, miglioramento della continuità spondale, ecc);
  • Varchi compromessi da deframmentare: situazioni nelle quali la connettività faunistica è pregiudicata e sono necessari interventi per il suo ripristino.

Rilievi faunistici condotti nei varchi ecologici

Avifauna. Nel corso delle due sessioni stagionali di studio condotte nel 2022, presso i 34 varchi ecologici sono state complessivamente rilevate 76 specie di Uccelli, il 22,6% delle specie note per la provincia di Cuneo (Caula & Beraudo, 2014) e il 19,5% delle specie note per Piemonte e Valle d’Aosta (Pavia & Boano, 2009), delle quali 23 sono risultate di interesse conservazionistico europeo in quanto inserite nell’allegato I della Direttiva Uccelli o classificate come SPEC – Species of European Conservation Concern da BirdLife International (2017); si tratta di (tra parentesi viene indicata la fenologia: N = Nidificante certa o probabile, M = Migratrice; i nomi delle specie sono tratti da Baccetti et al., 2021): Airone bianco maggiore (Ardea alba; M), Balestruccio (Delichon urbicum; N, M), Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus; M), Cicogna bianca (Ciconia ciconia; N), Falco di palude (Circus aeruginosus; M), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus; N, M), Folaga (Fulica atra; N), Garzetta (Egretta garzetta; M), Gheppio (Falco tinnunculus; N), Martin pescatore (Alcedo atthis; N), Moretta (Aythya fuligula; N), Nibbio bruno (Milvus migrans; N, M), Nitticora (Nycticorax nycticorax; M), Passera d’Italia (Passer italiae; N), Passera mattugia (Passer montanus; N), Pigliamosche (Muscicapa striata; M, N), Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos; N, M), Rondine (Hirundo rustica; N, M), Rondone comune (Apus apus; N, M), Sterna comune (Sterna hirundo; N, M), Storno (Sturnus vulgaris; N), Tortora selvatica (Streptopelia turtur; N, M) e Verzellino (Serinus serinus; N, M).

Teriofauna. Nel corso delle due sessioni stagionali di studio, presso 26 varchi ecologici dei 34 complessivamente oggetto del monitoraggio è stato possibile registrare il passaggio di Mammiferi; dei 34 varchi ecologici oggetto del monitoraggio indiretto passivo dei segni di presenza, 13 sono risultati frequentati da Mammiferi, mentre la totalità dei 20 varchi in cui esistevano le condizioni idonee per il monitoraggio indiretto attivo con fototrappole sono abitualmente utilizzati dai Mammiferi in spostamento lungo i corridoi ecologici. Presso gli 8 varchi dove non è stato rilevato il passaggio di fauna selvatica occorre tuttavia specificare che oltre a non esistere le condizioni per il monitoraggio con fototrappole, spesso non esistevano neppure substrati e superfici idonee alla registrazione dei passaggi faunistici e pertanto non è possibile escludere completamente l’utilizzo dei siti da parte di Mammiferi. Nel complesso sono stati rilevati 288 passaggi faunistici riconducibili ad un numero minimo di 13 specie di Mammiferi selvatici in spostamento presso i varchi: la specie maggiormente diffusa è risultata la Volpe (Vulpes vulpes), che è stata rilevata presso 25 varchi monitorati, seguita dal Tasso (Meles meles; 16 varchi), da mustelidi del genere Martes (14 varchi), dal Silvilago orientale (Sylvilagus floridanus; 8 varchi), dal Riccio comune (Erinaceus europaeus), da roditori del genere Rattus, dal Cinghiale (Sus scrofa), dal Capriolo (Capreolus capreolus; tutti segnalati presso 7 varchi), dalla Nutria (Myocastor coypu; 5 varchi), dallo Scoiattolo comune (Sciurus vulgaris; 2 varchi), da roditori del genere Apodemus e dalla Lepre comune (Lepus europaeus; entrambi presso un unico varco).

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